La fiaba del re degli uccelli

C’erano una volta degli uccelli che decisero che dovevano proclamare un re. Si riunirono e decisero che il loro re sarebbe stato il più saggio tra loro, il gufo. Il corvo arrivò in ritardo alla riunione, e disse, astioso: Come mai avete scelto un vecchio barbogio come re? Dovreste sapere che quello che ci difende di più è spesso la furbizia: vi ricordate la storia dell’airone e del granchio?

Gli altri uccelli non si ricordavano, e quindi il corvo cominciò a raccontare: C’era una volta un vecchio airone che non riusciva più ad acchiappare pesci. Decise allora di ricorrere all’astuzia: si mise al centro del lago vicino a dove viveva e scoppiò a piangere. I pesci gli chiesero cosa ci fosse e lui rispose di aver sentito alcuni umani dire che avrebbero prosciugato il lago e sarebbero morti tutti loro pesci. Disse però che si offriva di salvarli, trasportandoli nel becco in un lago vicino. I pesci acconsentirono, e l’airone iniziò a prenderne uno per volta nel becco, spiccando un volo e mangiandoseli tranquillamente poco lontano. Un granchio capì tutto e chiese all’airone di salvarlo: ma in realtà gli saltò al collo e lo morsicò finché l’airone mollò la presa. Così i pesci e gli altri animali dello stagno furono salvi.

Gli uccelli rumoreggiarono: il corvo in fondo aveva ragione! Ma il gufo gli disse: Loro però mi hanno eletto concordemente… D’accordo, rispose il corvo, ma non è detto che l’opinione della maggioranza sia la migliore: la sai la storia del capretto e del saggio? Tutti gli uccelli vollero sentirla. Il corvo incominciò:

C’era una volta un saggio che aveva ricevuto in dono un capretto da un contadino: se lo caricò sulle spalle e si avviò verso casa. Ad un tratto incontrò tre briganti che cominciarono a dirgli: Guarda quel sant’uomo che va in giro con un animale disgustoso e sporco sulla schiena! Il saggio sbalordito riesaminò il capretto: era proprio un capretto! Lo riprese sulle spalle ed i tre briganti continuarono a dire: Guarda, ha un maiale sporchissimo e puzzolente sulle spalle! Il saggio non sapeva più cosa pensare e pensò che un qualche spirito maligno gli avesse oscurato la vista. Per questo motivo lasciò cadere per terra il capretto e fuggì via. I briganti poterono rubarglielo e mangiarselo.

Il gufo si offese tantissimo e volò via; gli altri uccelli e il corvo decisero che si stava benissimo anche senza eleggere un re.

- Fiaberella
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