La fiaba dell'apina Giuseppina

C’era una volta, nel regno di Girasolandia una graziosa apina di nome Giuseppina.

A differenza delle altre sue compagne a Giuseppina non piaceva lavorare e stare chiusa nel suo alveare, ma adorava svolazzare tutto il giorno alla ricerca di nuovi fiori da poter assaggiare.

Un giorno ad esempio, durante una delle sue escursioni, trovò il fiore “Gersomio”, un fiore di color arancione al gusto di cioccolato; un altro giorno trovò il fiore “Armonioso” che aveva il sapore di crema pasticcera; oppure un’altra volta ancora, trovò il fiore “Minusino” un fiore molto piccolo al gusto di pistacchio.

Tutti però al suo alveare si lamentavano che non lavorasse: “Giuseppina sei un’apina sfaticata! Tutti dobbiamo lavorare per far funzionare bene il nostro alveare e produrre tanto miele, il tuo egoismo fa si che dobbiamo lavorare il doppio e non abbiamo mai un giorno di riposo perché anche se è solo un’ape che manca è l’unione che fa si che il nostro lavoro funzioni!” le ripetevano sempre le altre api.

“Buzzz, ma io sono giovane devo esplorare nuovi fiori, lo faccio per voi perché così potremmo produrre un miele che nessun alveare ha mai prodotto; il mio è un lavoro di ricerca molto prezioso che ci permetterà di migliorarci, buzzz bella gratitudine!” diceva per giustificarsi Giuseppina.

Ma le sue scuse non convincevano mai nessuno.

Anche l’ape regina tentava di convincerla a lavorare, ma nulla, Giuseppina trovava sempre un modo per svignarsela e andare a ronzare in giro.

Un giorno, Giuseppina decise di andare alla ricerca di un fiore molto raro del quale aveva sentito tanto parlare: il fiore “Cornosilla”.

La fama di questo fiore si basava sul suo profumo: un profumo molto particolare, di crema alla nocciola ed era così forte che questo profumo si sentiva da molto lontano.

Inoltre questo fiore era anche un fiore con un potere magico: dava forza e velocità a chiunque assaggiasse il suo nettare.

E così Giuseppina vagò per giorni e giorni tra i vari regni, alla ricerca di questo fiore, una volta credette di averlo trovato ma si rese conto che il profumo di crema alla nocciola che sentiva veniva da una crostata lasciata a raffreddare sul davanzale di una finestra.

Senza perdersi d’animo, Giuseppina si rimise in viaggio con l’idea ferma di trovare quel fiore.

Erano ormai passati tre giorni dalla partenza di Giuseppina e all’alveare tutti si stavano preoccupando perché non avevano più sue notizie.

Venne perciò inviata a cercare Giuseppina la squadra speciale di difesa dell’alveare: la squadra “Ronzettona” ma nulla, Giuseppina sembrava essere sparita.

Durante una delle perlustrazioni da parte della squadra speciale, l’alveare, che era rimasto privo di difesa, venne attaccato da un orso che iniziò a distruggerlo perché voleva mangiare tutto il miele al suo interno.

Le povere api operaie tentarono di mandarlo via ma non ci fu nulla da fare, l’orso continuava a infilare le sue grosse zampe nell’alveare per prendere tutto il miele.

Fortunatamente la squadra speciale “Ronzettona” giunse poco prima che l’orso distruggesse completamente l’alveare e così dopo una lunga lotta riuscirono a metterlo in fuga e a salvare ciò che rimaneva dell’alveare.

Quando la lotta terminò tutte le api guardarono sbigottite l’alveare: si era salvato molto poco!

Il loro duro lavoro era stato spazzato via in pochissimo tempo e l’angoscia prese il sopravvento; anche l’ape regina non sapeva come poter consolare le povere apine quando ad un tratto da lontano un ronzio familiare le distolse dalla loro tristezza: “Buzziiiiiiiiii, buzziiiiiiiii eccomiiiiii sono tornata!” era Giuseppina che stringeva tra le zampine un bellissimo fiore color rosa che emetteva un intenso profumo di crema alla nocciola.

Ma il suo entusiasmo svanì nel vedere davanti a lei l’alveare distrutto.

“Cosa è successo qui? Chi è stato?” disse Giuseppina.

“Mentre tu eri in giro a svolazzare felicemente e a raccogliere fiori, senza neanche preoccuparti di avvisare noi che siamo state in pensiero per te, un orso ci ha attaccate e voleva prendere tutto il miele dell’alveare. Fortunatamente grazie all’interevento della squadra speciale “Ronzettona” abbiamo evitato il peggio, ma guarda in che condizioni si trova ora l’alveare e questo è successo a causa del tuo egoismo e del tuo menefreghismo nei nostri confronti!”; le disse un’ape molto arrabbiata.

Giuseppina, ali all’ingiù scoppiò a piangere: “Io non volevo farvi stare in pensiero, credevo di riuscire a tornare prima, non credevo che sarei stata via per tanto tempo! Volevo farvi una sorpresa! Volevo farvi assaggiare il nettare di questo fiore che rende veloci e forti in modo che lavorando più in fretta avevate finalmente un po’ di tempo libero e così avremmo potuto svolazzare tutte insieme!”

Tutte le api rimasero sbigottite: allora Giuseppina teneva a loro, anche se era svogliata si preoccupava per loro e a suo modo aveva cercato di aiutarle, ma ora tutto sembrava perso.

Giuseppina riusciva solo a stare lì in silenzio, a piangere mentre stringeva tra le zampine il suo fiore, quando ad un tratto esclamò: “Per tutte le ali svolazzanti! Ma che tontolona! La soluzione è proprio tra le mie zampe! Il fiore ci aiuterà a ricostruire in fretta e velocemente il nostro amato alveare e questa volta vi aiuterò anche io!”

Le api non potevano credere che Giuseppina le avrebbe aiutate a ricostruire l’alveare ma prima che potessero dire qualcosa, Giuseppina assaggiò il nettare del fiore e sfrecciò davanti a loro e subito si mise all’opera!

Le altri api, nel vedere quella scena, non persero tempo e anche loro assaggiarono il nettare e subito corsero ad aiutare Giuseppina e in un batter d’api, l’alveare era lì, riparato e più bello di prima!

Tutte si guardarono con soddisfazione! Non credevano di essere riuscite a riparare l’alveare in così poco tempo e dovevano tutto al fiore e a Giuseppina che l’aveva trovato.

“Carissima Giuseppina, è vero che sei un’apina un po’ svogliata, ma hai dimostrato che tieni al tuo alveare e alla tua grande famiglia e che possiamo contare sempre su di te!” le disse l’ape regina.

“Buonissima regina, io ho sbagliato molto con tutte voi ed è solo quando ho visto la disperazione nella quale eravate cadute che mi sono resa conto di quanto sia stata egoista e di quanto anche io avrei potuto fare la mia parte! Vi prometto che da oggi in poi anche io vi darò una mano perché insieme possiamo sostenerci, dandoci una zampa l’una con l’altra in modo da crescere e migliorarci a vicenda, però ogni tanto ci prenderemo una meritata pausa perché il troppo lavoro ci farebbe stancare e non renderemo al meglio!” disse ridacchiando Giuseppina.

Da quel giorno Giuseppina iniziò a dare una mano alle altre api anche se ogni tanto una svolazzatina per assaggiare nuovi fiori se la concedeva ancora, ma ora, nessuno si lamentava più della sua assenza!

- Fiaberella
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