Storia di Ali Babà e dei quaranta ladroni-Parte II

Intanto la moglie di Qassim, vedendo che il marito non tornava, cominciò a preoccuparsi e quando scese la sera e Qassim non si era fatto vedere, in preda a una grande agitazione, si mise il velo sul volto e uscì per recarsi a casa del cognato. Quando Alì Babà la vide si stupì grandemente, perché la donna non aveva mai voluto mettere piede nella sua casa e aveva sempre disdegnato di frequentare il cognato a cagione della povertà di costui. Comunque Alì Babà l’accolse con cortesia e le chiese che cosa la conducesse da lui, a quell’ora. La moglie di Qassim gli disse che era preoccupata per il marito, il quale era uscito di casa.la mattina molto presto e ancora non era tornato ‘ sebbene fosse già notte. Aggiunse che sarebbe stato bene che Alì Babà fosse andato a cercare il fratello perché sicuramente doveva essergli capitata una disgrazia. Alì Babà, il quale sospettava che il fratello si fosse recato alla grotta e pensava che per mantenere segreta la faccenda del tesoro non avrebbe voluto che fosse fatto scalpore intorno alla sua assenza. Cercò di calmare la donna invitandola a passare la notte in casa sua e dicendole che col buio le ricerche sarebbero state inutili, ma che l’indomani mattina, appena fatto giorno, egli stesso sarebbe andato in cerca di Qassim. E così fece.

La mattina dopo, alle prime luci dell’alba, quel brav’uomo di Alì Babà era già nel cortile di casa sua, intento a mettere il basto ai somari. Dopo aver raccomandato alla moglie di aver cura della cognata e di non farle mancare nulla, si mise in cammino e in breve arrivò nel bosco. Giunto che fu davanti alla roccia, cominciò a guardarsi in giro, ma non vide alcuna traccia del fratello e cominciò a preoccuparsi. Comunque sia, pronunciò le due parole magiche, la roccia girò su se stessa ed egli entrò nella grotta. Ma aveva fatto appena pochi passi, quand’ecco si trovò davanti i miseri resti squartati del fratello; allora impallidì,le gambe gli tremarono e sentì che stava per venire meno. Come Dio volle si riprese e il primo pensiero che gli attraversò la mente fu quello di dare onorata sepoltura alle povere membra di quello sciagurato, il quale, dopo tutto, era un musulmano come lui ed era figlio del suo stesso padre e della sua stessa madre. Cosi Alì Babà entrò nella grotta, prese due sacchi, li vuotò delle monete d’oro che contenevano e vi mise dentro il tronco e le membra amputate del fratello. Poi, già che si trovava lì, pensò che sarebbe stato sciocco far tornare a casa gli asini con i basti vuoti, cosi prese qualche altro sacco di monete e dopo aver pronunciato le parole magiche trasportò fuori ogni cosa. Caricò sui somari i sacchi con l’oro e quelli con le spoglie del fratello ricoprì il tutto con fascine di legna, acciocché i passanti non fossero messi in curiosità, e tornò di buon passo a casa.

Appena entrato nel cortiletto, chiamò la schiava Margiana perché lo aiutasse a scaricare gli asini. Ora bisogna sapere che questa Margiana era una giovane schiava che, Alì Babà e sua moglie avevano preso quando era ancora bambina e l’avevano allevata in casa non come una schiava ma quasi come una loro figlia. E la fanciulla era cresciuta bella, buona, brava e soprattutto assai sveglia di cervello, così che Alì Babà, quando doveva risolvere qualche questione difficile, di altri non si fidava se non del senno e del giudizio di Margiana. Quando Margiana arrivò al suo richiamo, Alì Babà le disse: “Figliola mia, questo è il giorno in cui ti chiedo di darmi una prova della tua scaltrezza, della tua discrezione e della tua devozione!” “Ascolto e obbedisco” rispose Margiana. Allora Alì Babà le raccontò ogni cosa per filo e per segno, quindi, accennando ai due sacchi che contenevano il cadavere del fratello: “Ora” disse, “bisogna che tu pensi al modo di seppellirlo come se fosse morto di morte naturale, così che nessuno possa sospettare la verità sull’accaduto.” Ciò detto, Alì Babà se ne andò dalla cognata a darle la triste notizia, lasciando Margiana a riflettere sul da farsi. Quando Alì Babà comparve davanti alla cognata, questa capì subito, guardandolo in faccia, che a Qassim doveva essere accaduta una grave disgrazia e prima ancora che Alì Babà potesse parlare cominciò a battere le palme delle mani, a graffiarsi le guance, a strapparsi i capelli, a gemere e ad ululare. Alì Babà, temendo che i vicini potessero udire quello strepito e venirne a chiedere la cagione, le disse subito: “Il Signore, nella sua generosità, mi ha dato più ricchezze di quanto me ne servano; perciò, se nella disgrazia che ti ha colpita c’è ancora qualcosa capace di consolarti, io ti offro di entrare nella mia casa come seconda moglie. Tu troverai nella madre dei miei figli una sorella affettuosa, e così potremo vivere in pace ricordando la memoria dell’estinto!” Davanti a tanta generosità, la vedova di Qassim si sentì sciogliere il cuore, fino allora indurito dall’invidia e dalla cupidigia, e Allàh illuminò il suo animo perché egli è l’Onnipotente e a lui tutto è possibile! Così la vedova di Qassim si sciolse in lacrime, ma questa volta di commozione, per la bontà di Alì Babà e accettò, di diventare la sua seconda moglie. E da allora fu una donna onesta e dabbene e di nobili sentimenti.

Intanto Margiana, dopo avere pensato per un po’ sul modo migliore di cavarsi da quell’impiccio, se ne uscì di casa e andò nella bottega di uno speziale che era lì accanto e gli chiese di venderle una certa medicina che si usava per curare le malattie mortali. Lo speziale gliela diede, ma naturalmente le chiese chi fosse ammalato nella casa del suo padrone, e Margiana, con un gran sospiro, gli rispose: “Ahimè che disgrazia! Ahimè che sventura! Il povero fratello del mio padrone Alì Babà, che era venuto in visita da noi, è stato colto all’improvviso da un gran malore, è caduto per terra ed è rimasto lì tutto rattrappito: la faccia gli è diventata gialla e non vuol parlare né mangiare. Speriamo o sceicco degli speziali, che questa tua medicina gli faccia bene!” Tornata a casa, Margiana mise al corrente del suo piano il padrone e questi non poté fare a meno di compiacersi con lei per la sua grande ingegnosità. Cosi la mattina dopo Margiana tornò di nuovo dallo speziale e con il volto bagnato di lacrime, singhiozzando e sospirando, gli chiese di darle una certa medicina che veniva usata come estremo rimedio per i moribondi. Presa la medicina, che lo speziale si affrettò a darle, se ne uscì dalla bottega dicendo: “Poveri noi! Poveri noi!” Se questo farmaco non avrà effetto, non vi è più speranza!” E strada facendo ebbe cura di far sapere a tutto il vicinato della grave malattia che aveva colpito Qassim, fratello del suo padrone Alì Babà.Perciò, quando, l’indomani all’alba i vicini furono svegliati da grida, pianti e gemiti di donne, capirono subito, che il fratello di Alì Babà doveva essere morto e nessuno, se ne meravigliò. Nel, frattempo. però, Margiana, che continuava a mettere in atto diligentemente il suo piano, si era detta: ‘Ragazza mia,-non basta far credere alla gente che il fratello del tuo padrone sia morto di morte naturale, bisogna anche che tu pensi a un altro pericolo: devi fare in modo, cioè, che nessuno si accorga che il cadavere dei fratello del tuo padrone non è tutto d’un pezzo ma è squartato.”.

Così senza por tempo in mezzo, Margiana se ne andò subito da un vecchio ciabattino, un certo Mustafà, che aveva bottega dall’altra parte dellacittà e che, non la conosceva e, messogli in mano un dinàr d’oro, gli disse: “O sceicco dei ciabattini, in casa del mio padrone hanno bisogno subito della tua opera.” Mustafà che era un brav’uomo sempre di buon umore si rallegrò molto vedendo il dinàr d’oro e disse a Margiana: “Sia benedetta la tua venuta, ragazza mia, e che Allàh ti mandi più spesso nella mia bottega!Parla, padrona, e dimmi cosa posso fare per te!” “Carissimo zio,” gli rispose Margiana, “devi solo alzarti e venire con me; ma prima prendi tutto quello che ti serve per cucire il cuoio.” E quando il vecchio ciabattino ebbe preso tutto il necessario, Margiana gli bendò gli occhi dicendogli “Scusami, o sceicco, ma questa è una condizione indispensabile se vuoi guadagnarti un’altra moneta d’oro come quella che ti ho dato poc’anzi.” Così dicendo, gli mise in mano un’altra moneta d’oro e il ciabattino si lasciò persuadere da queste buone ragioni a seguirla senza far tante storie. Così Margiana prese per mano il vecchio ciabattino e lo condusse, sempre con gli occhi bendati, nella cantina della casa di Alì Babà. Quando furono arrivati, gli tolse la benda dagli occhi e mostrandogli i pezzi del cadavere di Qassim che ella aveva ricomposti, gli disse: “Questo è quello che vogliamo da te: che tu ricucia insieme i pezzi di questo cadavere!” Quando il ciabattino vide quell’orrendo spettacolo, si tirò indietro tutto spaventato, ma Margiana gli mise in mano una terza moneta d’oro premettendogliene ancora una quarta se il lavoro fosse stato fatto presto e bene. Davanti a questi argomenti, a Mustafà passò la paura e così, senza più indugiare,, si mise all’opera. Quando il vecchio ebbe terminato di ricucire insieme i pezzi del cadavere di Qassim, Margiana gli diede la moneta d’oro promessa, gli bendò nuovamente gli occhi e, tenendolo per mano, lo ricondusse fino alla sua bottega. Poi, dopo averlo salutato e avere invocato sul suo capo le benedizioni di Allàh, se ne tornò a casa, avendo cura però di voltarsi ogni tanto per vedere se il ciabattino non stesse per caso seguendola. Appena tornata a casa, Margiana fece scaldare dell’acqua, lavò il cadavere ricucito di Qassim, lo profumò di aromi e d’incenso, quindi lo depose nella bara che nel frattempo Alì Babà aveva avuto cura di ordinare dal falegname. Per evitare poi che qualcuno si accorgesse delle cuciture, ricopri il cadavere con scialli e stoffe preziose. Aveva appena terminato, che ecco arrivò l’imam con i suoi assistenti e vennero anche i vicini, i quali si misero la bara sulle spalle e aprirono il corteo, in testa al quale camminavano la vedova di Qassim e il fratello del defunto, Alì Babà, e la prima moglie di costui con i figli e Margiana: e tutti piangevano riempiendo le strade di pietosi lamenti. Così, grazie all’ingegnosità di Margiana, nessuno sospettò la verità circa la morte di Qassim e i funerali si svolsero nel modo più commovente e dignitoso. Questo per quanto riguarda Alì Babà e la sua famiglia.

- Fiaberella
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